Dopo avervi parlato di Brescia Capitale della Cultura 2023 vorremmo raccontarvi di uno dei prodotti più famosi della provincia: il Franciacorta.
Come per ogni visita in cantina che si rispetti, iniziamo questo nuovo articolo descrivendo il territorio del Franciacorta DOCG.
Il territorio
In Lombardia ed esattamente in provincia di Brescia, affacciata sul meraviglioso e malinconico Lago d’Iseo, si estende per un’area di circa 200 chilometri quadrati di cui vi abbiamo già parlato in questo articolo.
La Franciacorta, come già descritto in questo articolo, è delimitata ad ovest dal fiume Oglio, a nordest dalle ultime propaggini delle Alpi Retiche e a sud dal Monte Orfano, ricopre 19 comuni della provincia più grande della Lombardia:
Brescia
Capriolo
Adro
Cazzago San Martina
Coccaglio
Cellatica
Cologne
Gussago
Corte Franca
Erbusco
Iseo
Monticelli Brusati
Ome
Paderno Franciacorta
Passirano
Paratico
Rovato
Provaglio d’Iseo
Rodengo Saiano
Le sue origini derivano dai ghiacciai che ritirandosi, oltre 10.000 anni fa, hanno creato una zona ricca di minerali e un territorio davvero eterogeneo che oggi è alla base della realizzazione di uno dei vini più apprezzati in Italia e diffuso ormai in tutto il mondo.
La storia
Già nel sedicesimo secolo nella zona del Franciacorta si producevano vini frizzanti e vini fermi, ma senza avere particolarmente successo.
Ma fu solo nella seconda metà del 1900 che i produttori ritrovarono una forte fiducia nelle potenzialità di questo territorio.
E così, nel 1967, arrivò il riconoscimento della denominazione Franciacorta.
Negli anni ’70 si unirono nuovi produttori mentre negli anni ’80 fu la volta degli imprenditori, che seppur non operanti nel settore del vino, acquistarono vigneti e si affidarono ad enologi ed esperti che seppero valorizzare maggiormente la qualità del prodotto.
Piano piano le aziende presenti nel territorio raddoppiarono e negli anni ’90 si costituì il Consorzio volontario per la tutela dei vini Franciacorta.
Nel 1995 il logo consortile diventa l’unica identificazione del Franciacorta DOCG.
Fu il primo vino italiano, prodotto con la tecnica della rifermentazione in bottiglia, ad ottenere il riconoscimento di garanzia (Denominazione di Origine Controllata e Garantita).
Nel settembre dello stesso anno il Consorzio approva il disciplinare di produzione del Franciacorta DOCG ottenendo il riconoscimento del metodo di produzione Franciacorta, discostandosi dall’espressione “vino spumante”.
Dal 2000 in poi si può assistere ad uno sviluppo del marchio e ad una diffusione nel mondo che vede il Giappone come principale importatore seguito da Svizzera, Germania e Usa.
Il metodo di produzione
Il metodo di produzione del vino Franciacorta è regolamentato da norme molto rigide con lo scopo di permettere la realizzazione di vini di altissima qualità. I produttori utilizzano uve Chardonnay, Pinot nero, Pinot Bianco, consentito fino a un massimo del 50% ed infine Erbamat per un massimo del 10%.
La vendemmia e la spremitura
Tra la seconda decade di agosto e la prima di settembre si comincia la vendemmia per la quale la raccolta manuale delle uve è assolutamente obbligatoria.
I grappoli vengono adagiati delicatamente in cassette della capacità di 18/20 kg e trasportati nelle cantine nelle quali ogni vigneto viene vinificato separatamente: avviene una morbida e leggera pressatura dei grappoli interi ottenendo così il mosto fiore.
La prima fermentazione
I mosti sono divisi in vasche d’acciaio o in barrique di rovere secondo la tipologia di uva, di pigiatura, ed di vigneto di provenienza.
Vengono poi aggiunti lieviti selezionati per dare il via alla prima fermentazione ed ottenere così i vini base Franciacorta.
Il tiraggio e la seconda fermentazione
Dopo circa 7 mesi, in primavera, gli esperti assemblano e mescolano i vini base per creare le cuvée.
Il tiraggio è l’imbottigliamento delle cuvée con l’aggiunta di zucchero e lieviti opportunamente dosati (liquer de tirage) per dare il via alla seconda fermentazione.
Le bottiglie vengono chiuse con tappo corona che incorpora la bidule (un cilindro di plastica che raccoglierà i lieviti nella prossima fase) e posizionate orizzontalmente in cantine fresche e buie dove rimangono per molto tempo.
Durante questa fase gli zuccheri si trasformano in alcol e anidride carbonica, così si creano tante piccole bollicine (perlage) tipiche del Franciacorta.
La pressione all’interno della bottiglia in questa fase può arrivare fino a quasi 6/7 atmosfere
Periodo di affinamento
Almeno 18 mesi Franciacorta non millesimato, almeno 24 mesi Franciacorta Rosé, Franciacorta Satèn, 30 mesi Franciacorta millesimato, Franciacorta Rosé millesimato, Franciacorta Satèn millesimat e 60 mesi Franciacorta riserva, Franciacorta Rosé riserva, Franciacorta Satèn riserva
Remuage
Dopo minimo 18 mesi, in base alla tipologia di vino, le bottiglie sono pronte per il remuage, dove la mano dell’uomo è indispensabile e fondamentale.
Vengono quindi poste su cavalletti, ruotate di 1/8 di giro al giorno e gradualmente inclinate per convogliare il sedimento contenente i lieviti verso il collo della bottiglia e quindi all’interno della bidule del tappo.
Sboccatura
Una volta arrivate in posizione verticale, le bottiglie sono inserite a testa fino al collo in giù in una soluzione refrigerante a -25°, per far si che si formi una sorta di “tappo” di ghiaccio.
Grazie alla pressione interna, quando il tappo metallico viene rimosso, il blocco di ghiaccio contenente i sedimenti e i lieviti viene espulso.
Si ha però una leggera perdita di vino che viene rabboccata con del “liqueur d’expédition” (composto da vino base Franciacorta e zucchero).
La quantità di zucchero inserita nello sciroppo di dosaggio determina la tipologia di gusto dei Franciacorta.
Pas dosé o Dosaggio zero: < 3 g/l
Extra brut: ≤ 6 g/l
Brut: < 12 g/l
Extra dry: 12-17 g/l
Dry o Sec: 17-32 g/l
Demi sec: 33-50 g/l
Commercializzazione
Le bottiglie sono chiuse con il classico tappo a fungo di sughero che tutti conoscono che viene poi ancorato con la tipica gabbietta metallica.
Terminato il confezionamento, prima di poter essere messa sul mercato, sopra ogni bottiglia deve essere applicato il contrassegno di Stato italiano, che certifica la denominazione DOCG del Franciacorta.
Esistono varie tipologie di produzione di Franciacorta e ben 118 cantine associate, per citarne alcune: Barone Pizzini, Ca’ del Bosco, Bersi Serlini, Ferghettina, Contadi Castaldi, Cortefusia, Le Marchesine, Ronco Calino, Mosnel, La Montina e Monte Rossa.
Per gli amanti del vino ma anche per i meno amanti, vale davvero la pena prenotare una visita con degustazione in almeno una di queste cantine (il prezzo base si aggira intorno ai 20/25 euro).