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Viaggio alla scoperta della Sicilia

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La Sicilia è famosa per lo splendido mare e per le bellissime spiagge.
Ma quest’isola è conosciuta da tutti anche per le sue montagne, l’entroterra, le stupende città, la storia, l’ottimo cibo e tutte le tradizioni e culture che la caratterizzano.

Per queste ragioni consiglio di organizzare un viaggio alla scoperta della Sicilia di almeno dieci giorni, se non un paio di settimane per poter godere di tutte le bellezze che offre questa regione.

Ma da dove cominciare??
Considerate che in Sicilia si può arrivare in diversi modi e soprattutto in diverse città, leggi l’articolo “Come e dove arrivare in Sicilia“, per capire quale percorso è più adatto rispetto all’itinerario che puoi organizzare, oppure prendi spunto dal mio.

Palermo

La città che io per prima ho visitato quando sono approdata in questa magnifica regione la prima volta è stata Palermo (vi consiglio questo articolo se avete in programma di visitare solo Palermo).

Meravigliosa e caotica location con un patrimonio architettonico invidiabile da chiunque.
Passeggiando tra le vie non potrai perderti il famosissimo Mercato di Ballarò, un chiassoso insieme di bancarelle e chioschi che vendono principalmente pescato, carne, dolciumi, ortaggi e in generale le diverse primizie provenienti dalle campagne di Palermo.
È il più antico mercato della città ed è animato dalle centinaio di persone che lo affollano e dai richiami dei venditori che con il loro accento marcato vi faranno avvicinare alle varie bancarelle per presentarvi ciò che vendono.

Si prosegue visitando la Cappella Palatina, all’interno del Palazzo dei Normanni, capolavoro d’arte arabo-normanna, unica nel suo genere e inserita dal 2015 nel patrimonio dell’Unesco nell’ambito dell’Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale. I suoi interni sono caratterizzati da architettura e arte araba e bizzantina.

Camminando per le vie di Palermo non si può non arrivare ai Quattro Canti (Piazza Vigliena) e imbattersi successivamente nella Fontana Pretoria, un angolo di bellezza in mezzo al traffico della città.

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Infatti i quattro canti non sono altro che un incrocio stradale tra le vie Vittorio Emanuele e Maqueda. Le due vie tagliano ortogonalmente la città dividendola materialmente in quatto parti. In questo punto centrale della città, sui bei palazzi seicenteschi posti ai lati dell’incrocio si elevano quattro facciate convesse.

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Si arriva successivamente per arrivare alla splendida Cattedrale di Palermo. Maestosa e imponente come poche ne ho viste, e architettonicamente parlando, una delle mie preferite.

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Da non perdere assolutamente i due teatri di Palermo, Teatro Massimo e Teatro Politeama. Entrambi magnifici, non solo all’esterno ma anche internamente. Consiglio, tempo permettendo, una visita all’interno del Teatro Massimo.
Da questa zona centrale, vagando ancora per le vie della città, si arriverà sicuramente al porto e così al lungo mare.

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Ma a Palermo non ci sono solo storia, architettura e arte, i turisti arrivano in questa città incuriositi anche dalla tradizione culinaria di questo luogo.
Si possono infatti gustare prelibatezze tipiche siciliane, come ad esempio le arancine (non arancini perché così vengono chiamati a Catania), pane e panelle, focacce, panelle e crocchè, pane e meusa e dolci di ogni tipo, tra cui cannoli e cassatine. Consiglio il mio posto preferito in assoluto di tutta Palermo: Antico Caffè Spinnato, vicinissimo al Teatro Politeama, se vi trovate nei paraggi non potete non fermarvi qui a mangiare qualche specialità.

Mondello e Monreale

Spostandoci da Palermo si potrà arrivare ad altre due perle vicinissime alla città: Mondello e Monreale.
Diversissime ma entrambe da non perdere.
Famosissima in Sicilia, Mondello, si trova ai piedi del Monte Pellegrino e si affaccia su un golfo di sabbia, frequentatissimo dai turisti ma soprattutto dal palermitani.
La spiaggia è libera per dei tratti e attrezzata in alcuni punti, mentre in alcune zone troverete tantissime tipiche casette color pastello. Sempre affollato ma per un pomeriggio di sole e mare lo consiglio caldamente.

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Monreale, Patrimonio dell’Unesco, è un luogo di una bellezza sconvolgente e si trova a 300 metri di altitudine e solo ad una decina di km da Palermo.
Da non perdere soprattutto per il suo famosissimo Duomo che contiene spettacolari mosaici, sculture e dipinti. Anche il chiostro benedettino adiacente al lato sud del Duomo è un gioiello che vale la pena vedere.

Valle dei Templi

Dopo aver trascorso tre giorni a Palermo ci siamo spostati verso Agrigento.
Quindi sveglia all’alba e pronti guidare per un paio di ore verso il sud della Sicilia.

La Valle dei Templi è uno dei siti archeologici più belli al mondo. Un parco sito in Agrigento rinomato per l’eccezionale stato di conservazione dei templi dorici risalenti al periodo ellenico. Si estende per 130 ettari ed è il parco archeologico più grande del mondo.
Non vi annoierò con la storia e le varie curiosità di questa valle, perché l’ho già fatto nell’articolo dedicato, ma vi darò giusto due informazioni essenziali.
L’ingresso alla Valle dei Templi costa intorno ai 10 euro.
10 euro per un viaggio nel tempo senza DeLorean attraverso i templi dorici dell’antica Akragas circondati da ulivi secolari e mandorli.

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La visita parte dal Tempio di Giunone, di cui sono rimaste oggi 25 colonne delle 34 originali, costruito nel V secolo a.C. e incendiato nel 406 dai Cartaginesi, proseguendo con il Tempio della Concordia ai cui piedi si trova la grande statua di Icaro. Continua con il Tempio Di Eracle distrutto da un terremoto, di cui rimangono oggi 8 colonne.
E ancora il Tempio di Zeus Olympios, il Tempio di Dioscuri, di cui oggi si conservano solamente un angolo e quattro colonne, e gli altri templi, andati purtroppo distrutti: il Tempio di Efesto, il Tempio di Atena, il Tempio di Demetra, il Tempio di Esculapio e il Tempio di Iside situato nel complesso museale di San Nicola.

Scala dei Turchi

Vicino alla meravigliosa Valle dei Templi si trova la Scala dei Turchi.
Una parete rocciosa con forme ondulate e rotondeggianti, costituita da roccia sedimentaria di natura argillosa e calcarea, di un colore bianco puro, detta marna.

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Il nome deriva dalle passate incursioni di pirateria da parte dei saraceni, chiamati dai siciliani utilizzando il termine “Turchi” per convenzione. I pirati turchi, infatti, trovavano riparo in questa zona meno battuta dai venti e ormeggiavano proprio qui le loro navi, si arrampicavano per gradoni della scala arrivando al paese di Realmonte e cominciando a razziare tutto ciò che incontravano per poi scappare con il bottino sempre attraverso la scala.

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Insomma, una volta arrivati al parcheggio si percorrono delle scalette e si arriva a destinazione.
Il panorama è veramente mozzafiato. Un vero e proprio gioiello, difficile da dimenticare.
Ci siamo ovviamente stesi sui gradoni insieme alla folla di turisti che ogni giorno d’estate si accalcano per conquistarsi un posto (ma d’altronde in pieno agosto non si può pretendere altro).

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Cefalù

Il giorno seguente abbiamo fatto le valige pronti ad affrontare il nostro quinto giorno di vacanza spostandoci questa volta verso l’est della Sicilia. Se da Palermo si viaggia verso Messina, non si potrà non fare una tappa a Cefalù che si trova più o meno a metà strada, a 90 minuti da Palermo.
Cefalù, è entrata a far parte del sito “Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale”, riconosciuto quale Patrimonio dell’Umanità.
Non servono molte parole per descrivere questa città, non solo ha la fortuna di possedere un mare splendido, ma è anche una combinazione ben bilanciata di storia romana, greca, bizantina, araba e normanna che le regalano caratteristiche uniche e un patrimonio culturale e architettonico davvero incredibile e invidiabile.
Per accorgersene basta osservare la spettacolare Cattedrale con la sua imponente scalinata e il magnifico Duomo Normanno.

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Nonostante l’incessante presenza di moltissimi turisti, riesce a mantenere quel tocco di naturalezza e genuinità che poche città riescono ad avere. Soprattutto quando si arriva al porto vecchio, circondato dalle casette dei pescatori arroccate l’una sopra l’altra e caratterizzato dalla presenza di alcune barchette che tutt’oggi vengono utilizzate dai pescatori.
Proprio da questo punto si può godere di uno dei tramonti più belli che mi sia mai capitato di vedere.

Marina di Patti e le Isole Eolie

Proseguendo lungo la costa settentrionale della Sicilia si arriva nella provincia di Messina, la patria della granita e della brioches tipica siciliana e, lo ammetto, mi stavo già leccando i baffi.

Considerate che da Cefalù a Messina ci vogliono un paio d’ore di viaggio in macchina.
Le distanze in Sicilia non sono piccole, quindi occorre armarvi di pazienza, accendere la radio e cominciare a cantare.
Noi ci siamo fermati dopo un’ora e mezza di viaggio e siamo arrivati a Marina di Patti che è stata scelta come punto d’appoggio per i nostri successivi spostamenti.
Perfetta per poter visitare le Isole Eolie, oltre che essere davvero un luogo pittoresco e caratteristico (da vedere le spiaggie di San Giorgio e Mongiove).

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Ma veniamo al tour delle Isole Eolie del quale vi parlerò ampiamente in questo articolo.

Dal porto di Marina di Patti tutti i giorni partono i traghetti (potete acquistare direttamente al porto i biglietti) che portano i turisti sulle varie isole.
I tour costano dai 40 ai 60 euro circa.
Noi abbiamo scelto l’operator Tarnav Group (a questo link trovate tutti i dettagli) che ci portava a visitare quattro delle sette isole che compongono l’arcipelago delle Eolie spalmando la visita su due tour diversi: Lipari e Vulcano il primo giorno, Panarea e Stromboli (con l’aggiunta del pacchetto Stromboli by night che consiglio di non perdersi e dopo vi spiegherò perchè) per il secondo giorno.

Per via della sua morfologia, che rappresenta un modello per l’evoluzione degli studi sulla vulcanologia, l’arcipelago nel 2000 è stato proclamato dall’UNESCO Patrimonio mondiale dell’Umanità, per questa ragione e per tante altre non è assolutamente da perdere.

Lipari, Vulcano, Panarea e Stromboli

Se volete scoprire cosa vi aspetta se sceglierete di visitare le Isole Eolie cliccate qui.

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Tindari

Concluso anche il tour delle Isole Eolie, il giorno seguente ci siamo spostati da Marina di Patti verso Tindari in cui mito, cultura, arte e splendidi paesaggi convergono per creare un luogo davvero indimenticabile.
Il Santuario di Tindari, divenuto Basilica papale minore nel 2018, si trova a strapiombo sul mare all’estremità orientale del promontorio ed è conosciuto anche per la famosissima statua della Madonna nera costruita con legno di cedro.
Se volete essere tediati e approfondire la storia di Tindari e del suo santuario vi consiglio di leggere questo breve articolo.
Arrivati a Tindari e dopo aver visto l’imponente e bellissimo Santuario ed aver osservato dall’alto i laghi di Marinello protagonisti di una bellissima leggenda non si può non entrare nel sito archeologico dove sono visibili i resti della città antica ancora ben conservati.

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Tyndaris fu fondata nel 396 a.C. da Dionisio I, tiranno di Siracusa come caposaldo del suo dominio sulla costa tirrenica.
Si possono osservare oggi dell’antica Tyndaris i resti a testimonianza della sua passata grandezza: le ampie mura perimetrali della città, la basilica, alcune case e vie, la basilica, le terme e molti mosaici.
Il bellissimo teatro Greco risalente alla fine del IV secolo e poi ristrutturato in epoca romana, addossato al fianco di un promontorio guarda verso il mare ha un diametro di 60 metri, inoltre ospita da oltre sessant’anni festival di danza, musica e teatro. Davvero spettacolare.

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Gole dell’Alcantara e Taormina

Conclusa la visita a Tindari siamo rimasti ancora nella la provincia di Messina, e la mattina successiva siamo partiti verso il sud della Sicilia, alla scoperta di due dei luoghi sicuramente più interessanti di questa zona: le Gole dell’Alcantara e Taormina.

Vi racconterò di queste due meraviglie in questo articolo.

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Dove parlerò anche della spettacolare Isola Bella.
Una vera meraviglia

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Catania

Siamo ripartiti la mattina successiva pronti per l’ultima tappa del nostro viaggio alla scoperta della Sicilia: Catania.
Fortunatamente da Taormina a Catania la distanza è breve e in un’oretta siamo arrivati nel centro della città.

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Catania mi mi ha convinto e mi ha stupito maggiormente rispetto a Palermo.
Devo dire che mi ha affascinata per le bellissime architetture ma anche per l’organizzazione e la pulizia inaspettate.

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Recita così il motto della mitica fenice che rinasce dalle proprie ceneri: “melior de cinere surgo”, tradotto “Rinasco dalla cenere più bella di prima”.

Questa scritta è impressa sulla porta Garibaldi e non c’è assolutamente frase più azzeccata per questa città.
Catania, infatti, si sviluppa ai piedi dell’Etna, distrutta per questo almeno nove volte da eruzioni e terremoti e per ben nove volte ricostruita, sempre meglio di com’era prima, infatti la città che possiamo osservare oggi deriva dall’ultima ricostruzione, dopo un violento terremoto nel 1693.

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Con una passeggiata tra le vie del centro ci si può fermare in diversi posticini per assaporare i famosissimi arancini e pranzare tra edifici eleganti in stile barocco. Il centro storico di Catania rappresenta oggi un complesso architettonico tutelato dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Da vedere assolutamente piazza Duomo e la fontana dell’Elefante, Piazza Stesicoro, Piazza Università e, vicino a quest’ultima, non bisogna perdersi piazza Teatro Massimo.

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Da Catania, tempo permettendo sarebbe ideale fare una camminata sull’Etna che noi abbiamo rimandato ad un prossimo viaggio in Sicilia.

Mi sono ripromessa assolutamente di tornare presto in Sicilia e di non farmi scappare neanche un frammento di questa magnifica terra ricca di tradizioni, di storia e di città da visitare.

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