Il bianco e imponente castello di Miramare di cui vi ho raccontato nell’articolo dedicato all’acculturata Trieste si sviluppa a picco sul mare, costruito per volere di Massimiliano d’Asburgo-Lorena, Arciduca d’Austria e successivamente imperatore del Messico, su un promontorio affacciato sul Golfo di Trieste. Bellissimo, romantico, affascinante e malinconico, attraversato da una velata sfumatura di tristezza.
Tristezza che forse un po’ ricalca quella che è stata la sua storia, o per lo meno la storia di Massimiliano d’Asburgo e Carlotta del Belgio, romantica coppia unita in matrimonio per vero amore e non per i classici “tramini” famigliari, che in questo castello trascorse anni felici e spensierati, tra passeggiate sul lungo mare e nei viali del parco, cultura, musica e arte.
La storia
La storia ebbe inizio nel 1855 quando Massimiliano dopo essere stato travolto da una violenta tempesta di Bora scoprì gli stupendi paesaggi e la meravigliosa natura di Miramare, trovando proprio in questo quartiere di Trieste il luogo ideale dove far costruire la propria dimora per coronare la storia d’amore con la sua principessa Carlotta.
Purtroppo per quanto fosse una delle storie d’amore più speciali e incantevoli, non fu certo anche la più fortunata per una serie di diversi e sfortunati avvenimenti che colpirono entrambi i protagonisti già dal 1857.
Anno in cui il nostro Massimiliano venne nominato viceré del Lombardo-Veneto, nomina che dopo poco tempo l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe (fratello di Massimiliano) gli revocò probabilmente per il fatto che Massimiliano era considerato un sovrano troppo moderno, con idee particolarmente diverse e lontane da quelli che erano i piani dell’impero austriaco condotti proprio dal fratello.
Per questo l’arciduca Massimiliano decise di ritirarsi a soli 27 anni dalla politica e si stabilì definitivamente nel 1860 con sua moglie nel castello bianco di Miramare nonostante non fosse ancora del tutto finito.
Furono anni spensierati fino a quando, nel 1863, ebbe la sua occasione di riscatto per rientrare nella scena politica, gli venne infatti offerta la corona di imperatore del Messico e il 14 aprile 1864 Massimiliano, già incoronato, partì con Carlotta, su invito di Napoleone III, per il Messico.
Ma la situazione che li aspettava dall’altra parte del mondo era complicatissima e dopo solo tre anni Massimiliano si trovò solo contro un intero paese che insorgeva contro il proprio sovrano ritenuto un invasore. Venne così presto catturato dai repubblicani e nonostante le mille suppliche inviate dall’Europa, il giovane venne condannato a morte.
La vita di Massimiliano terminò quando il 19 giugno 1867 venne fucilato nella cittadina di Querétaro.
Carlotta che dopo i primi anni in Messico tornò nella sua amata Trieste per via della situazione che piano piano cominciava a farsi pericolosa, iniziò a manifestare segni di insanità mentale e dopo la crudele morte del marito, devastata dal dolore e dalla follia, tornò in Belgio per finire la sua vita nel 1927 mai completamente lucida.
La leggenda
Dopo questi e altri avvenimenti è nata la famosa e famigerata leggenda secondo la quale chiunque abiti nel castello di Miramare sia destinato ad una triste e crudele sorte e ad una morte prematura.
Infatti altri esempi di sfortunati personaggi vissuti nel castello a cui è toccata una triste “fine” sono quello della famiglia dell’imperatore Franz Joseph e di sua moglie Elisabetta, vissuti anch’essi nel castello, nel 1889 il loro unico figlio Rudolf, principe ereditario d’Austria, fu trovato ucciso presso la residenza di Mayerling, nel bosco di Vienna. La maledizione proseguì colpendo anche l’imperatrice Elisabetta, (conosciuta come Sissi) uccisa pugnalata da Luigi Lucheni.
Si dice che il personaggio che successivamente dormì nel castello fu l’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria, ucciso il l 28 giugno 1914 a Sarajevo nell’attentato che diede il via alla prima guerra mondiale.
L’occupante successivo divenne il principe Amedeo Duca d’Aosta, che morirà durante la Seconda Guerra Mondiale prigioniero degli inglesi in Kenia.
Successivamente e fino al 1954 il castello venne occupato da militari britannici e poi da quelli americani, fu proprio il generale americano Charles Moor a soggiornare nel castello fino al 1951 e a morire poco dopo durante la Guerra di Corea. Ma anche il suo compare Vernice Musgrave Mac Fadden, che chiamato in America per diventare consigliere del presidente Eisenhower non arrivò mai negli Stati uniti perché perse la vita in un incidente in auto proprio mentre si dirigeva a Livorno per rimbarcarsi.
Direi che si può visitare il castello tranquillamente senza pensare alla paura di essere colpiti dalla sfortuna di un tremendo destino anche perché la sua bellezza vi farà dimenticare di questa terribile leggenda, ma non pensate mai nemmeno per un momento di soggiornare in una delle sue lussuosissime stanze o potreste cadere vittime della sua “maledizione”.