Quali sono le Cinque Terre?
- Riomaggiore
- Manarola
- Corniglia
- Vernazza
- Monterosso al Mare
Come muoversi nel parco?
Per accedere al parco è consigliatissimo acquistare la Cinque Terre card che offre diverse tipologie di servizio tra cui:
- Utilizzo illimitato del treno nella tratta Levanto-La Spezia.
- Accesso al wifi nelle zone del parco.
- Uso dei servizi igienici presso le varie stazioni (tra l’altro sempre pulitissimi).
La card può essere acquistata nei punti di accoglienza del Parco Nazionale delle Cinque Terre (tra cui quello in stazione a La Spezia) ma anche online e si può scegliere tra due tipologie diverse:
- Cinque Terre Trekking Card, ad un costo di 7,50 € per un giorno e di 14,50 € per due giorni, per maggiori info cliccare qui.
- Cinque Terre Treno MS Card(convezione con Trenitalia S.p.A), ad un costo di 16,00 € per un giorno e di 29 € per due giorni. Tutte le info a questo sito.
Sicuramente il mezzo più comodo è il treno che percorrendo ogni 30 minuti circa la strada tra Levanto e La Spezia porta i turisti tra una meta e l’altra..
La seconda opzione è quella di raggiungere i borghi camminando, scelta sicuramente molto affascinante, più faticosa e non sempre possibile, visto che in alcuni periodi alcuni dei percorsi sono chiusi per sicurezza.
Per ogni informazione visitate i siti www.parconazionale5terre.it e www.cinqueterre.com
Da dove cominciare?
Ho pensato di dividere la nostra fuga di tre giorni alle Cinque Terre in tre parti.
Optando per Riomaggiore, Monterosso e Manarola durante il primo giorno, mentre Vernazza e Corniglia per il secondo giorno, concludendo con una visita serale a La Spezia.
Per quanto riguarda il terzo giorno ho riservato la visita a Porto Venere e a Lerici, due bellissime location dove consiglio assolutamente di andare.
Riomaggiore
Riomaggiore è conosciuta soprattutto per la sua famosissima via dell’Amore, un bellissimo percorso che a picco sul mare congiunge Riomaggiore con Manarola.
purtroppo all’epoca il percorso era chiuso al pubblico a causa di alcune frane lungo il tragitto.
Da vedere in questa prima “terra” il castello risalente al XIII secolo e la chiesa di San Giovanni Battista, nonché il punto più affollato di tutti, la “spiaggetta”.
Proprio da questo punto viene offerto ai visitatori un magnifico panorama sul mare e sulle casette colorate tipiche della zona.
Monterosso
Pronti per la nostra seconda meta: Monterosso, dove abbiamo deciso di pranzare proprio nel centro del paese.
Il ristorante CIAK accoglie i turisti nella piazza centrale di Monterosso ed è davvero speciale. Nonostante la mole di clienti e la confusione pazzesca, i camerieri sono gentilissimi e provano davvero ad accontentare e a far sedere tutti.
Ordinate assolutamente gli spaghetti CIAK e non ve ne pentirete.
Monterosso offre dei panorami meravigliosi, strette viette e casette colorate. E’ la località più visitata del Parco soprattutto per via della sua enorme e lunghissima spiaggia sabbiosa che ogni estate è gremita di persone.
Manarola
La nostra terza è stata Manarola, perfetta per godere di una vista meravigliosa durante le ultime ore del giorno.
Antico e affascinante borgo di marinai, riconoscibile da chiunque soprattutto per il punto panoramico con le tipiche case-torre costruite arroccate sulla scogliera, dipinte con colori vivaci che rendono questa “terra” unica nel suo genere.
Percorrendo la passerella a picco sul mare si arriverà verso il punto più alto da dove il panorama è davvero mozzafiato.
Qui si trova un famosissimo locale, il Nessun Dorma, dove ci si può fermare per un aperitivo o per cena.
Corniglia e la scalinata della Lardarina
Il giorno successivo l’itinerario della nostra fuga di tre giorni alle Cinque Terre prevedeva di partire verso Corniglia.
Vi consiglio di non visitare questo borgo nelle ore più calde del giorno.
Oltre ad essere l’unico senza accesso al mare, è caratterizzato da una scalinata più o meno infinita (scalinata della Lardarina) che porta al centro del paese e che con il sole di mezzogiorno potrebbe non essere un’esperienza piacevole.
Esiste anche un bus che vi può portare dalla stazione al centro ma perché perdersi il bello di questa gita?
Il paesino è “più timido” rispetto alle altre terre e si mantiene riservato nella sua estrema bellezza.
Caratterizzato sempre da casette colorate e strette viuzze, nonché da bellissimi scorci e panorami sul mare.
Vernazza
Ci spostiamo così nell’ultima “terra”, ovvero Vernazza.
Devo ammetterlo, con il suo porto colorato, ricco di barchette (l’unico porto naturale delle Cinque Terre), i suoi profumi e i suoi panorami mi ha completamente catturata.
In questo borgo ogni strada, ogni edificio, ogni viuzza ed ogni scorcio sono da cartolina e la piazza principale, vivace e pullulante di persone è davvero meravigliosa.
Da non perdetevi il castello Doria, una fortezza medievale, costruita sulla scogliera.
E’ alto circa settanta di metri, di cui la parte più antica è la torre cilindrica che domani dall’alto il borgo: la torre del Belforte.
Dopo una breve salita verrete sicuramente ripagati dello sforzo perché la vista che offre questo punto panoramico è meravigliosamente appagante.
Cosa fare il terzo giorno?
Ma se le Cinque Terre sono meravigliose, ci sono due location nei dintorni che meritano sicuramente di essere viste.
Porto Venere
Il giorno successivo abbiamo quindi fatto la prima sosta a Porto Venere, comune della provincia di La Spezia, il cui territorio, come quello delle Cinque Terre, è patrimonio dell’umanità dal 1998.
“A quelli che giungono dal mare appare nel lido il porto di Venere e qui
nei colli che ammanta l’ulivo è fama che anche Minerva scordasse per tanta dolcezza Atene
sua patria…”
(Francesco Petrarca, 1338)
Porto Venere si presenta come la parte sicuramente più elegante del golfo della Spezia, chiamato anche Golfo dei Poeti.
Con il suo affascinante gruppo di case caratterizzate dalle classiche facciate colorate e proteso verso il mare, dietro il quale si intravede un magnifico castello che costruito su un’altura rocciosa nei secoli XII-XIV domina il borgo.
La lunga via che segue l’agglomerato di case è ricca di ristoranti, negozi, bar, botteghe e chioschetti che vendono le specialità gastronomiche locali.
Il paese è vivo e carico di turisti, ma questo è solo il primo impatto.
Se ci addentra nella cinta muraria del castello e si risale per uno dei tanti vicoli si può arrivare nella parte più antica, nonché quella secondo me più interessante del borgo.
Da qui si può arrivare allo splendido castello Doria e alla chiesa San Pietro, dove si trova la famosa Grotta Byron.
Chiamata così in onore appunto del poeta inglese George Gordon Byron che proprio in questo luogo era solito a meditare e a prendere ispirazione per scrivere le sue opere letterarie.
Uno spot davvero romantico e suggestivo dove potersi rilassare e perché no, tuffarsi anche in acqua che, tra parentesi, è splendida.
Da Porto Venere, se ci si ferma più di una mattinata è possibile anche prendere il traghetto e fare il giro delle tre isole: Palmaria, Tino e Tinetto.
Lerici
Noi avevamo già un altro programma da seguire, quindi ci siamo subito rimessi alla guida per arrivare a Lerici.
Il piccolo borgo ci ha accolto con il suo colorato porto ricco di barchette e con il suo enorme castello, oggi sede del Museo geopaleontologico, che domina la piccola insenatura dall’alto del promontorio.
Come tutti gli altri territori fin cui nominati si tratta di un antico borgo marinaro di pescatori, caratterizzato dalle classiche casette colorate in riva al mare e da un paesaggio incredibilmente affascinante.
Consiglio di arrivare fino alla spiaggia in località Venere Azzurra dove potete fermarvi anche per mangiare qualcosa oltre che per godere di un bellissimo panorama e di un tramonto stupendo.
Devo ammetterlo, alla fine di questi tre giorni passati tra le Cinque Terre e Porto Venere eravamo davvero stanchi, ma la bellezza dei luoghi visitati ci ha ripagato degli sforzi fatti per rispettare il programma organizzato.