Vi ho già parlato di Tindari nell’articolo riguardante la splendida Sicilia, in questo vi racconterò di due bellissime leggende che riguardano proprio questa zona.
Tindari è una frazione di Patti, comune italiano della città di Messina ed è situata su un promontorio che si sporge da un’altezza di circa 270 metri, a picco sul mar Tirreno e sulla Riserva naturale dei laghetti di Marinello.
Il Santuario di Tindari, divenuto Basilica pontificia minore l’8 settembre 2018, si trova ad est del promontorio, proprio a strapiombo sul mare, in corrispondenza dell’antica acropoli.
Il Santuario ospita la famosissima statua della Madonna nera, scolpita in legno di cedro e seduta in posizione della Basilissa (Regina in trono), regge in braccio il Bambino Gesù.
Non si conosce esattamente l’epoca della statua che potrebbe essere arrivata dall’Egitto sfuggendo alla persecuzione iconoclasta.
Sono tante le storie e le leggende riguardo questa statua, ma ve ne racconterò velocemente giusto un paio.
La prima leggenda narra che la statua della Madonna nera fu abbandonata intorno al X secolo dai marinai di una nave approdata sotto il promontorio di Tindari per sfuggire ad una tempesta.
I marinai, conclusa la tempesta, non riuscirono subito a ripartire e, convinti che la colpa fosse del carico della nave tra cui vi era anche la statua della Madonna, cominciarono a liberarsi ed alleggerirsi del carico, ma fu proprio dopo aver lasciato a terra la famosa statua che la nave poté riprendere il mare.
La Madonna è venerata attualmente in una festa che si tiene il 7 e l’8 settembre.
Sotto il promontorio si estende la Laguna di Oliveri, detta anche di Tindari, con la spiaggia di Marinello.
La laguna è di una bellezza incredibile e anch’essa oggetto di una particolare leggenda.
Si racconta che un giorno una donna arrivò a Tindari con l’intento di ringraziare la Madonna per aver guarito sua figlia gravemente malata.
Alla vista della Madonna di colore nero, rimase molto delusa, esclamando la famosa frase “Sono venuta da lontano per vedere una più brutta di me!”.
Nell’intento di andarsene la figlia le sfuggì di mano e precipitò dall’altissimo promontorio. La madre disperata, tornò a pregare intensamente la Madonna chiedendo di salvare sua figlia una seconda volta.
Fu in quel momento che si compì il miracolo.
La bambina precipitata venne ritrovata poco dopo sana e salva su una culla soffice di sabbia creatasi in quel momento grazie all’improvviso ritrarsi delle acque.
Una zona bellissima da non perdere se ci si trova nella provincia di Messina.
Da vedere anche e soprattutto il magnifico sito archeologico dove è possibile osservare i resti dell’antica Tyndaris. Fondata nel 396 a.C. da Dionisio I, tiranno di Siracusa, come caposaldo del suo dominio sulla costa tirrenica.